Da lunedì scorso è in atto una campagna di criminalizzazione e repressione nei confronti del movimento no tav.
Lunedì mattina infatti, dopo la grande manifestazione di sabato che ha visto la partecipazione di 70mila persone tra valsusini e solidali, la polizia ha provveduto allo sgombero della baita Clarea, un presidio permanente dei notav, allo scopo di allargare il non cantiere.
Durante questo sgombero Luca Abbà, militante no tav, riesce ad arrampicarsi su di un traliccio dell’alta tensione eludendo il blocco delle forze del disordine. E’ qui che un solerte sbirro pensando di fare l’eroe si arrampica all’inseguimento di Luca senza rispettare alcuna misura di sicurezza causandone la folgorazione e la successiva caduta. Mentre Luca era stesa per terra in bilico tra la vita e la morte sotto gli occhi dei suoi compagni in stato di fermo, gli operai hanno cominciato ad alzare le reti del cantiere e ad abbattere la baita, impassibili di fronte alla scena.
Subito è partita la mobilitazione che ha portato al blocco dell’autostrada e delle statali che attraversano la valle e molti blocchi e presidi in molte città in Italia e all’estero. I blocchi si son susseguiti anche nei giorni seguenti ,ma mercoledì sera centinaia di poliziotti sono arrivati a sgomberare il blocco di Chianocco, vicino a Bussoleno, e ad abbattere le barricate erette dai no tav.
In quella serata lo stato ha mostrato un’altra volta la sua vera faccia usando la forza contro chi difende i propri territori e la propria salute, nella serata infatti si sono susseguite violente cariche, piogge di lacrimogeni e caccia all’uomo per il paese dove si son distinti per la distruzione di varie macchine e la vetrata di un bar, come testimonia un video. La serata di mercoledì ha visto però anche una strenua resistenza che ha da sempre contraddistinto il movimento no tav verso queste prevaricazioni da parte dello stato. Una resistenza portata da alcuni inizialmente a mani alzate per impedire l’avanzata dei poliziotti, poi dopo le cariche portata da altri con le pietre.
Da mercoledì è in atto un susseguirsi di assemblee popolari partecipatissime e blocchi autostradali.
Quello che sta accadendo in valsusa è un chiaro attacco ad una popolazione che ha deciso di ribellarsi all’imposizione di opere inutili e dannose alla salute sia dei territori che della gente; ad una popolazione che ama la propria terra e il proprio ambiente e per questo lotta per difenderlo.
Ad una popolazione che non vuole veder bucate le proprie montagne per la mera speculazione di qualcuno. Ad una popolazione che non vuole piangere morti a causa dell’amianto che sarà liberato perforando la roccia di quelle montagne e che verrà poi stoccato in una mega discarica in valle.
Si è visto in questi giorni come lo stato utilizza da una parte il manganello, la gogna mediatica e il carcere contro un movimento che difende i propri diritti mentre dall’altro difende i profitti delle aziende coinvolte in questo processo di speculazione, aziende oltretutto colluse con la mafia.
Lo stato sta incominciano ad aver paura del movimento notav, perchè la gente che lo compone è sopratutto gente comune che ha deciso di non sottostare alla distruzione dell’ambiente ne di veder calpestata la propria dignità per il mero interesse del capitale. Lo stato sta incominciando ad aver paura del movimento notav perchè esso può diventare la fiamma di innesco per un nuovo fuoco di resistenza contro la distruzione del territorio e la dittatura dei tecnici del capitale.
SOLIDARIETA’ A LUCA, AL MOVIMENTO NO TAV E AL POPOLO VALSUSINO
A SARA’ DURA!