Un gruppo di studenti della facoltà di agraria a Bologna portano avanti un progetto collettivo ed autorganizzato, libero, aperto al confronto, esente da associazioni cattolico-lobbiste del retroscena, che si prefigge di contrastare la disinformazione che, attraverso iniziative, seminari o “semplici opinioni” durante le lezioni, certe “persone” della facoltà cercano di inculcarci, senza possibilità di contraddittorio. Le nostre idee spaziano da tematiche legate all’ambiente, la lotta alle multinazionali, l’utilizzo indiscriminato del territorio, le nocività, anche se non vogliamo che ci venga affidato il suffisso -isti. Hanno capitalizzato la nostra libertà, facendoci credere che essa è massima quando consumiamo, sprechiamo, abbiamo mille impegni, quando, cioè, abbiamo fretta, senza avere il tempo di pensare se una cosa ci serve veramente per vivere. Ok, tutto questo consumo serve a far respirare l’economia, ma siamo sicuri che poi l’economia farà respirare noi? La nostra idea è quella di creare un’informazione alternativa rispetto ai soliti schemi di impostazione tipica, i nostri articoli sono l’espressione naturale o meno di ciò che pensiamo, critichiamo, detestiamo del mondo in cui viviamo, della società e delle sue contraddizioni, in base a ciò che ci viene propinato.